Il museo di Poggiolforato

Museo PoggiolforatoGrazie alla disponibilità di alcuni volontari, il Museo della cultura montanara «Giovanni Carpani» di Poggiolforato, al rilancio del quale anche il nostro gruppo studi ha collaborato, rimarrà aperto su prenotazione durante queste festività natalizie dalle 15 alle 17.30 circa nei seguenti giorni: 29 e 30 dicembre 2018, 4 e 6 gennaio 2019.

La prenotazione è obbligatoria per poter riscaldare efficacemente i locali. Per prenotare rivolgersi a Loredana 3391200242 Rita 3713457491 Vincenzo 3711739790.

Invitiamo chi non abbia mai visto il museo o non lo visiti da tempo ad approfittarne per conoscere un po’ meglio il nostro territorio e supportare i volontari che si stanno impegnando per mantenere viva questa importante struttura.

La Grande Guerra dei Belvederiani – Presentazione del catalogo

Lo scorso agosto, in occasione dei 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, abbiamo allestito una mostra sui soldati del nostro territorio, con documenti e immagini in gran parte inediti che hanno consentito di inquadrare la partecipazione dei belvederiani alla terribile avventura della Grande Guerra.

Dal materiale esposto è stato realizzato un catalogo fotografico che presenteremo ufficialmente venerdì 28 dicembre 2018, alle ore 21, nel teatrino parrocchiale di Lizzano.

Per l’occasione verrà anche proiettato un filmato inedito sui luoghi che ricordano i soldati belvederiani.

Vi aspettiamo!

«Deo nomine invocato» a Porretta

Martedì 18 dicembre alle 19, nella biblioteca comunale di Porretta Terme (Galleria Sottostazione – Via Roma), in occasione del convegno dell’Associazione Avvocati in Porretta Terme, verrà presentato il volume «Deo nomine invocato – I processi del Foro Criminale Arcivescovile di Bologna nell’Alto Reno dal 1566 al 1797», edito dal Gruppo Studi Capotauro.

L’esame rigoroso dei documenti conservati all’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna ha consentito alla nostra collaboratrice Alessandra Biagi di ricreare le procedure e l’atmosfera dei processi criminali del Foro Arcivescovile dal 1566, data dei primi documenti reperibili, fino al 1797, quando l’arrivo di Napoleone cambierà, tra le molte altre cose, anche il modo di procedere di fronte ai crimini. I reati rappresentati sono i più vari, dall’omicidio alle percosse, dallo stupro alla truffa, dal furto alla calunnia, oltre ad altri crimini fantasiosi che dimostrano quanto i nostri avi dovessero combattere ogni giorno con circostanze ed eventi imprevedibili.
La ricerca riguarda tutto l’Alto Reno, da Granaglione a Castiglione dei Pepoli, passando per Vergato, Gaggio Montano, Castel d’Ajano, Porretta Terme e, naturalmente, il Belvedere.

Nell’occasione l’Avv. Alessandro Lazzaroni, presidente dell’Associazione Avvocati in Porretta Terme, intervisterà l’autrice. Un appuntamento per conoscere meglio un aspetto del nostro passato sicuramente poco noto.

«Deo nomine invocato» a Vergato

Giovedì 18 ottobre alle 20,45, nella biblioteca comunale di Vergato (Galleria I° Maggio, 86/a), all’interno della rassegna «Incontri tra le pagine» verrà presentato il volume «Deo nomine invocato – I processi del Foro Criminale Arcivescovile di Bologna nell’Alto Reno dal 1566 al 1797», edito dal Gruppo Studi Capotauro.

L’esame rigoroso dei documenti conservati all’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna ha consentito alla nostra collaboratrice Alessandra Biagi di ricreare le procedure e l’atmosfera dei processi criminali del Foro Arcivescovile dal 1566, data dei primi documenti reperibili, fino al 1797, quando l’arrivo di Napoleone cambierà, tra le molte altre cose, anche il modo di procedere di fronte ai crimini. I reati rappresentati sono i più vari, dall’omicidio alle percosse, dallo stupro alla truffa, dal furto alla calunnia, oltre ad altri crimini fantasiosi che dimostrano quanto i nostri avi dovessero combattere ogni giorno con circostanze ed eventi imprevedibili.
La ricerca riguarda tutto l’Alto Reno, da Granaglione a Castiglione dei Pepoli, passando per Vergato, Gaggio Montano, Castel d’Ajano, Porretta Terme e, naturalmente, il Belvedere.

Nell’occasione Marco Tamarri intervisterà l’autrice. Un appuntamento per conoscere meglio un aspetto del nostro passato sicuramente poco noto.

Migranti, disertori e cantastorie. Il canto popolare e la Grande Guerra

Francesco BenozzoIl secondo appuntamento che quest’anno dedicheremo alla memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale si terrà sabato 11 agosto alle ore 21, nella piazza di Monteacuto delle Alpi, e vedrà il graditissimo ritorno di due protagonisti della musica popolare italiana, nonché due amici: Francesco Benozzo, filologo romanzo dell’Università di Bologna, da anni candidato e vincitore morale per la giuria popolare del Nobel per la letteratura, e Fabio Bonvicini, studioso e cultore di canti e musiche popolari indagate e ricreate con rigore.

Il canto popolare ha interpretato il terribile periodo della Prima Guerra Mondiale andando al di là della cronaca e della storia: Benozzo e Bonvicini restituiscono la voce ai protagonisti di quel periodo con un’accurata ricerca filologica.

In collaborazione con la Pro Loco di Monteacuto delle Alpi.

La Grande Guerra dei Belvederiani

Da venerdì 10 a domenica 19 agosto, nell’oratorio di San Rocco a Vidiciatico, sarà allestita la mostra: «La Grande Guerra dei Belvederiani». Una mostra fotografica e documentaria ideata in occasione dei 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale sui soldati del nostro territorio, con documenti e immagini in gran parte inediti che consentono di inquadrare la partecipazione dei belvederiani alla terribile avventura della guerra.

Si tratta della prima delle iniziative che quest’anno il nostro gruppo studi ha pensato di dedicare a un conflitto dai più dimenticato, ma che ha visto protagonisti anche tanti dei nostri antenati. Per l’occasione è stato realizzato un piccolo catalogo che raccoglie i documenti e le foto esposti nella mostra, oltre a un breve testo introduttivo e all’elenco dei caduti e dispersi belvederiani, nell’intento di fornire un piccolo contributo al ricordo di questi giovani che sacrificarono la loro vita in un terribile conflitto.

Inaugurazione venerdì 10 agosto ore 16.

La mostra sarà visibile negli orari di apertura dell’oratorio (9-12 e 15-18 circa).

In collaborazione con la Banca di Credito Cooperativo dell’Alto Reno e con la parrocchia di Vidiciatico.

I mulini del Belvedere

Giovedì 9 agosto alle ore 21, nella piazza di Farne’, Alessandra Biagi terrà una conferenza sui numerosi mulini che un tempo erano presenti numerosi sul nostro territorio: non erano soltanto edifici produttivi ma anche luoghi di ritrovo e di scambio di opinioni, oltre che luogo di rifugio per banditi e ricercati, data la loro non sempre facile accessibilità. Sarà riproposto un fondamentale lavoro di Giovanni Carpani, già sindaco del nostro Comune e grande amante e conoscitore delle nostre montagne, su mulini anche piccolissimi, ad uso familiare, e sulla figura spesso bistrattata del mugnaio: una chiacchierata, con l’ausilio di immagini, su architettura, collocazione, attività, alla scoperta di edifici fondamentali per la vita dei nostri avi e dei nostri nonni.

In collaborazione con la Pro Loco di Farne’.

L’altro volto del linguaggio. L’esperanto è solo la punta dell’iceberg

La comunicazione è ancora uno dei punti nodali dell’esperienza umana e uno dei più difficili da attuare. La ricerca di un universale modo di comunicare è sempre stata un’esigenza primaria, molto difficile però da realizzare e da raggiungere. Sabato 15 settembre, alle ore 16, nella sala polivalente «Marcello Lanzoni» della filiale della Banca di Credito Cooperativo di Lizzano in Belvedere il dott. Ivan Orsini, presidente del Gruppo Esperantista Bolognese «Achille Tellini», ci parlerà di questo aspetto poco noto della linguistica, quello di lingue artefatte, parzialmente o totalmente inventate, come l’esperanto. Saranno mostrati esempi di testi composti in questa lingua dai bambini della scuola elementare di Vidiciatico negli anni ’70, momento di massima diffusione di questa lingua artefatta, che era stata pensata come lingua comune europea. Modera e conduce Alessio Castagnoli.

Lizzano music festival

Da giovedì 2 agosto a martedì 7 agosto, il teatrino parrocchiale di Lizzano in Belvedere ospiterà il «Lizzano Music Festival».

È con grande piacere che presentiamo il ritorno degli allievi della scuola pianistica del Maestro Giovanni Carmassi, che per anni durante l’estate fu animatore e protagonista dei Laboratori Musicali, una fucina di giovani talenti che oggi operano e lavorano anche in sedi prestigiose in tutto il mondo, da Londra al Giappone. Gli allievi del Maestro Carmassi torneranno questa estate nel nostro territorio per proporre ben cinque serate musicali. I concerti vedranno il pianoforte come protagonista, affiancato di volta in volta da altri strumenti come il violino, il violoncello e l’organetto, e si terranno nelle serate del 2, 3, 4, 6 e 7 agosto e saranno con ingresso a offerta libera: il ricavato sarà destinato ai lavori di restauro della Pieve di Lizzano.

In collaborazione con la parrocchia di Lizzano e con alcuni anonimi benefattori.

Programma:

Giovedì 2 agosto: Concerto per canto e pianoforte «Un viaggio d’inverno»

Tenore: Enrico Busia
Pianoforte: Gaia Palesati

Venerdì 3 agosto: Concerto per pianoforte solo

Pianoforte: Chakavak Shekari Oreh

Sabato 4 agosto: Concerto per violoncello e pianoforte «CELLOPiano: cantabile»

Violoncello: Elettra Gallini
Pianoforte: Ivano Chiarotti

Lunedì 6 agosto: Concerto per organetto e pianoforte «Dœnde: un dialogo musicale»

Organetto: Francesco Berrafato
Pianoforte: Giulia Grassi

Martedì 7 agosto: Concerto per pianoforte solo

Pianoforte: Benedetta Iardella

 

Tutti i concerti si terranno nel teatrino parrocchiale di Lizzano alle ore 21.
Ingresso a offerta libera. Il ricavato sarà devoluto per finanziare i lavori di restauro della pieve.

I segni del sacro sulle case e sulle mense dell’Appennino

Lunedì 6 agosto, ore 21, nel palazzetto de La Ca’, proporremo un ulteriore approfondimento su un tema già affrontato nel nostro volume «Appennino sacro».

Non soltanto le «mummie» proteggevano le case e gli edifici produttivi ma anche tanti altri segni, che rendevano sacro anche lo spazio circostante: per proteggere se stessi e i loro beni dagli influssi negativi, i nostri avi collocavano angeli, teste di pietra, croci, antichissimi simboli solari. Con l’ausilio di immagini, Alessandra Biagi ci guiderà in  un breve viaggio in Appennino, dalla Toscana al Modenese attraverso il nostro territorio, alla scoperta di tali simboli e del loro significato più intrinseco. Anche il cibo assumeva una sacralità destinata a proteggere chi se ne fosse servito e il latte, il pane, il formaggio, le castagne, l’uovo erano oggetto di gesti rituali e scaramantici che, pur se in modo totalmente inconsapevole, esistono ancor oggi: il fiore a sei petali che rimane impresso sulle focaccine non è lì per caso…

In collaborazione con la Pro Loco della Ca’.